Associazione Alzheimer, ok Ue a lecanemab primo grande risultato
Aima: "Ma urgente adeguare la rete di diagnosi e cura in Italia"
"Siamo molto soddisfatti per questo primo grande risultato raggiunto, che ci dà la speranza di vedere la luce in fondo al tunnel". Così Patrizia Spadin, presidente dell'Associazione italiana malattia di Alzheimer (Aima), alla notizia dell'autorizzazione nell'Unione Europea della molecola lecanemab per il trattamento del deterioramento cognitivo lieve nelle prime fasi della malattia di Alzheimer. La decisione della Commissione, commenta, "rende ora più urgente che mai l'adeguamento della rete di diagnosi e cura in Italia che chiediamo a gran voce da anni". I casi di demenza, in Italia, sono 1,2 milioni, di cui circa 700mila con Alzheimer a cui si aggiungono 800mila persone con segni di deterioramento cognitivo lieve (Mci). La prognosi media della malattia di Alzheimer è di 12 anni e le persone coinvolte nell'assistenza sono circa 4 milioni, con oltre il 70% dei caregiver di sesso femminile. Per Spadin oggi è possibile "guardare ancora con più fiducia alle nuove opportunità terapeutiche per la malattia di Alzheimer, ma il sistema deve essere pronto a riceverle, distribuirle e somministrarle ai pazienti in ogni regione del nostro Paese". L'augurio è che "questa sia l'occasione per vedere accolti i nostri appelli", continua la presidente Aima, sottolineando come l'associazione continui a "essere a disposizione delle istituzioni per mettere in comune le conoscenze che abbiamo maturato in questi quarant'anni a fianco dei pazienti".
C.Chevalier--PP